La bilocazione è la supposta capacità soprannaturale di un individuo di essere contemporaneamente presente in due (o più) luoghi diversi. Sinonimo di ubiquità.
Il fenomeno della bilocazione appartiene all'ambito delle discipline parapsicologiche che, se da una parte non sono riconosciute dal mondo scientifico e accademico[3], in quanto non possono essere indagate con i rigorosi criteri e i protocolli ufficiali vigenti delle scienze matematiche e fisiche[4] [5] , dall'altra esplorano settori ancora parzialmente misconosciuti ai modelli scientifici di spiegazione del mondo, dell'uomo, della vita e della morte.[6]
Nella parapsicologia è associata allo sdoppiamento, proiezione astrale o viaggio fuori dal corpo (esperienze extracorporee). Permetterebbe, secondo chi asserisce di praticarla, non solo di avere la sensazione soggettiva, ma anche di trovarsi realmente allo stesso tempo in due luoghi fisici diversi. La distinzione sostanziale fra la bilocazione e la proiezione astrale risiederebbe semplicemente nella natura della presenza del praticante il quale nella 'proiezione astrale' sarebbe presente solo in uno stato incorporeo puramente 'energetico', mentre nella 'bilocazione' sarebbe fisicamente e materialmente presente. La coscienza rimarrebbe, in prevalenza, nel corpo fisico, mentre raramente passerebbe nell'altro e ancora più raramente si sdoppierebbe in entrambi. Il soggetto, durante questo fenomeno, potrebbe rintracciare un luogo a lui ignoto in precedenza, ma anche un proprio corpo con elementi e caratteristiche differenti da quello iniziale. La bilocazione sembrerebbe favorita da stati di malessere, da sofferenze fisiche e morali, e da particolari condizioni di trance, di ipnosi leggera o di particolari fasi del sonno.
Esperimenti dei primi anni ottanta del Novecento degli studiosi di Scientology Hal Puthoff, Giorgio di Simone e Russell Targ erano tesi a dimostrare che le proiezioni astrali o viaggi fuori dal corpo, chiamate "osservazioni a distanza" erano reali e replicabili anche da individui comuni.
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